mercoledì 3 settembre 2008

Un primo sguardo a SPORE, correggetemi se sbaglio...


Ricordo che la prima volta che ho sentito nominare Spore è stato qualcosa tipo 8 anni fa. Da allora c'è sempre stato uno strisciante hype sulla fantomatica creatura di Will Wright, della quale non si sapeva assolutamente nulla se non che era in lavorazione.
Nel corso degli anni poi si è passati dalla totale scarsità di notizie ad un impennata negli ultimi due anni, in cui le dichiarazioni ed immagini centellinate settimana per settimana hanno aumentato a creare un' attesa incredibile, ma ai più hardcore come me hanno anche finito per rompere un bel po' i coglioni.
Preso da varie faccende e altri orizzonti videoludici negli ultimi sei mesi avevo quasi dimenticato l'esistenza di questo videogame, poi nelle ultime settimane il martellamento mediatico è stato tale che se prima avevo qualche idea minima di comprarlo a scatola chiusa, ieri appena ho avuto la possibilità me lo sono procurato con una sincera mentalità "a solo scopo di valutazione, entro 24 ore lo cancello dall'HD e me lo vado o meno a comprare" anche perchè come alcuni lettori sapranno è ancora vivo in me il ricordo dell'inculata di Age of Conan di un paio di mesi fa.
Tutto felice e contento, stamattina avevo la mattinata libera, e invece di dormire fino all'una (come le mie occhiaie imploravano) mi sono alzato l'ho installato e ho cercato di convincermi di star vivendo un momento topico della storia del videogame.
Non mi dilungo a spiegare le basi del gioco, tanto ne avrete le palle piene, e inizio a sguazzare nel brodo primordiale con la mia cellula. Dal punto di vista artistico-visivo, seppur la grafica non sia tecnicamente eccezionale è molto suggestiva, molto belli da vedere gli effetti durante la prima fase del gioco, tutto bello colorato e fluido.
Ma si tratta di raccogliere delle palline colorate di cibo, tutto qua. Evvabbè, sapevo che la prima fase era molto "casual" e mi consolo guardando le altre creature che sguazzano e quanto sono ridicole o cazzute. Dopo una mezzoretta in cui faccio un minimo maquillage al mio protozoo mi rendo conto che edito edito e poco cambia se non nell'apparenza. Ok, mi affretto e in poco tempo passo alla fase II, detta anche fase creature, dove inizia il processo di evoluzione vera e propria, con le creature che approdano a terra e iniziano la lotta per la sopravvivenza, a forza di mangiare e estinguere le specie concorrenti, o ingraziandosele con primordiali balletti. Lascio tutto com'è e vado a lavoro. Torno e mi rituffo nell'azione, insomma, combatto mangio, copulo (in maniera soft, percarità), faccio evolvere il mio sgorbio in uno sgorbio ancora più brutto, ed a ora di cena mi sono già abbondantemente rotto i coglioni.
Infatti, la grafica è molto carina, l'idea è obiettivamente molto intelligente, la possibilità di editare le creature apre molte possibilità creative, ma mi sembra un po' tutto fine a se stesso.
Sembra tutto un enorme casual game, quelli in flash a cui giochiamo nelle ore d'ufficio, solo che tutto ciò ha avuto una gestazione di otto anni ed un budget milionario, ed un prezzo che, ricordiamolo sempre, supera i 50 euro.
E mi chiedo, non è possibile che uno come Will Wright che è un geniaccio, nonchè un eccezionale nerd, abbia partorito un gioco così poco profondo e semplicistico, basti pensare ai vari Sim City e ai Sims (che nella loro inconcludenza hanno comunque una certa profondità).
Allora mi chiedo, sono io che sto diventando troppo esigente o troppo vecchio per i videogame (cazzo ho "solo" 31 anni) o il mondo dei videogames sta cambiando e sta virando verso una svolta troppo, ma troppo "casual" (e lo dice uno che ieri è stato 2 ore incollato ad un giochino in flash - in ufficio ovviamente.).
Oppure (e francamente è quello che spero) ho sbagliato e non ho capito un cazzo di questo videogioco, e dovrei andare un po' avanti invece di sparare subito una sentenza di condanna?
Fatemi sapere cosa ne pensate. A proposito, il gioco esce il 5, ho meno di due giorni per mettermi a posto con la coscienza nel caso...tic toc tic toc...

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